Una donna a Verona vittima di violenze e abusi nonostante il braccialetto elettronico imposto al compagno. Ecco i dettagli del caso.
Una vicenda di violenza domestica a Verona ha portato all’arresto di un uomo di 40 anni, accusato di abusi sessuali, percosse e minacce contro la sua ex compagna. La donna, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Gazzettino, ha subito soprusi costanti dal 2022 al 2024, culminati in un controllo totale sulla sua vita personale e professionale. L’uomo avrebbe installato app per monitorare i suoi spostamenti, impedendole di avere contatti con familiari, amici e persino con il medico di base.
Un caso che scuote Verona: abusi e minacce contro una donna
Le violenze si sarebbero manifestate anche con percosse ripetute e rapporti sessuali forzati. Tra le minacce rivolte alla vittima, l’uomo avrebbe affermato: “Ha fatto bene Turetta a uccidere Giulia Cecchettin”. Avrebbe aggiunto: “Andrò in galera sorridendo, ma ti faccio fuori”. Nonostante le misure restrittive precedentemente imposte, tra cui il braccialetto elettronico, l’indagato sarebbe riuscito a violare i divieti, continuando a perseguitare e abusare della donna. Come riferito da tgcom24.mediaset.it
Le misure cautelari non sufficienti a proteggere la vittima
Dopo una prima denuncia presentata alla polizia, la donna aveva ritrattato le accuse per paura di ulteriori ritorsioni. Tuttavia, l’aggressività dell’uomo sarebbe peggiorata, costringendola a denunciare nuovamente la situazione. Il Gip di Verona aveva imposto il divieto di avvicinamento, ma ciò non è bastato a garantire la sicurezza della vittima.
L’uomo avrebbe approfittato di momenti di esitazione della donna per rientrare nella sua vita, proseguendo nei suoi atti violenti. Secondo le indagini, in un episodio particolarmente grave, l’ex compagno avrebbe obbligato la donna a consumare alcolici e farmaci per ridurre la sua capacità di resistenza, abusando di lei ancora una volta.
Grazie a una successiva richiesta d’aiuto, la donna è stata soccorsa e ricoverata, mentre l’uomo è stato nuovamente fermato. La Procura ha richiesto un aggravamento delle misure restrittive, portando il Gip a disporre gli arresti domiciliari per l’indagato.